Il Detective Jack Caine (Dolph LundgrenRocky IV, Universal Soldier), insieme al suo collega infiltrato Ray Turner (Alex Morris), cercano di incastrare un noto criminale, Victor Manning (Sherman Howard), ma durante l’operazione qualcosa va storto e Ray viene ucciso. Quando i White Boys (la banda di Manning), sono pronti ad andarsene con la droga dell’ipotetico scambio in cui Ray doveva fingersi compratore, un essere umanoide alieno di nome Talec (Matthias Hues), compare poco dopo uccidendoli tutti all’istante e rubando la droga. L’FBI si interessa al caso e affianca a Caine un loro uomo, l’agente speciale Laurence Smith (Brian Benben). Se pur riluttante, Caine continua le indagini per scoprire la verità, dovendo tuttavia affrontare da un parte i White Boys che imputano a lui la morte dei loro uomini e dall’altra il misterioso alieno che uccide senza scrupoli, iniettando alle vittime l’eroina per poi estrarne l’endorfina e così creare una droga potentissima da poter contrabbandare sul suo pianeta.

Nel 1990 Craig R. Baxley (Action Jackson, 1988) dirige questa pellicola di fantascienza in cui per la prima volta scopriamo che gli alieni hanno due modi di “viaggiare” nello spazio, uno lo ignoriamo, l’altro lo conosciamo fin troppo bene. In sintesi, il film narra di uno spacciatore intergalattico che atterra sul nostro pianeta per rubare grandi quantità di eroina ed usare gli uomini come piccoli laboratori chimici in cui iniettarla sino all’overdose ed estrarre endorfina per creare una droga molto potente.

Ovviamente ci sarà la controparte della legge che finirà male e passerà il compito al collega terrestre detective Caine, il nostro Dolph Lundgren con un colore di capelli da non fissare a lungo perché del tutto estraniante, che dopo aver perso il proprio collega in un’operazione, si troverà ad affrontare questa nuova minaccia. Gli verrà affiancato l’agente Smith dell’FBI, un piccolo omuncolo rispettoso della procedura e dei suoi superiori che all’interno dell’indagine, celeranno cosa in realtà significhi l’FBI.

Il titolo originale è “Dark Angel“, ma il film è praticamente conosciuto come “I come in Peace” (io vengo in pace), una, se non praticamente l’unica, frase che l’alieno pronuncia prima di uccidere, ma sopratutto scritta a caratteri cubitali sulla locandina di allora, motivo per il quale venne scambiata per un “Aka” (per chi non lo sapesse è un acronimo di Also Known As , conosciuto anche come), inoltre era tuttavia azzeccata e così divenne un titolo alternativo, certamente meglio del solito titolo italiano contraddittorio, ovvero “Arma non convenzionale“.

C’è tutto quello che un B-movie deve avere: azione, frasi “strafatte”, tipo: “seguo il mio istinto”, la solita congrega di federali (ma qui la parte non si limita ai B-movie) e certamente una trama arrangiata alla bisogna, ma comunque abbastanza originale. Notiamo ancora l’errore più importante ed il più abusato, lo si fa perennemente, in questo come in altre pellicole più interessanti, ovvero quello di mettere in bocca all’alieno certe espressioni che sono tipicamente umane, ma in realtà l’unica che stona su tutto è proprio il termine “endorfina”.

Eppure non dimentichiamo che Matthias Hues, attore tedesco e artista marziale, probabilmente offre la sua miglior recitazione, prima di tutto perché le battute sono pochissime e pressoché la medesima, ma spicca curiosamente un’interessante espressività, non enfasi facciale al livello dei film giapponesi e neanche emotivamente profonda come quella di Robin Williams (non bestemmiamo), ma giusta per il ruolo, tanto che per dirla in breve questo è il film di Hues, quello per cui ricordarlo.

Inoltre ci sono piccole parti da evidenziare assolutamente, in primis quella del solito delinquentello da spremere per qualche informazione, il grande Boner (Michael J. Pollard).

Forse è l’ultimo corridore che porta la fiaccola di una vecchia generazione, questo “Dark Angel“, o forse sono un romantico del genere, ma è come assistere per un’ultima dannata volta, ad una regia leggera, che lega sempre con una figura retorica una scena all’altra (es. istinto – cane) e tanti di quegli attori che dalle loro prigioni di ruolo non fuggono, anzi l’unione fa la forza e calcano ancora una volta il palco con l’aria di chi è cosciente e pensa:”Se dobbiamo essere ricordati per questo, almeno facciamolo bene ancora una volta”.

Supporto visionato: VHS – uscita 10/09/1997

Scena da ricordare: Scena finale Talec contro Cain

Battuta da ricordare: Caine (Dolph Lundgren):”Non fidarti di nessuno, manuale Caine, pagina uno, capitolo primo”

Consigliato a: Fan di Matthias Hues

httpv://www.youtube.com/watch?v=I8F92p1ept0